Mostra
Le sue immagini suscitano scalpore, shock e indignazione: Oliviero Toscani ha fatto la storia come fotografo, direttore creativo e picture editor e ha stravolto la comunicazione pubblicitaria.
Proroga della mostra fino al 5 Gennaio 2025, sulla scorta del grande successo ottenuto!
Si consiglia di accompagnare i bambini. La mostra presenta anche immagini con contenuti che potrebbero risultare inquietanti(panoramica delle immagini).
Il fotografo italiano Oliviero Toscani (*1942) ha scritto con il suo lavoro la storia della pubblicità. La sua formazione alla Kunstgewerbeschule Zürich (Scuola di arti applicate di Zurigo, oggi ZHdK) dal 1961 al 1965 ha posto le basi per una carriera internazionale come fotografo, direttore creativo e photo-editor. Da giovane studente giunge a New York vincendo un concorso fotografico. Nella metropoli americana realizza i suoi primi incarichi commerciali per aziende come Pan Am e Harper’s Bazaar. Parallelamente Toscani ritrae la comunità afroamericana e fotografa l’ambiente scatenato dei club di Manhattan negli anni della liberazione sessuale. Amico di Andy Warhol, nel 1970 entra a far parte della sua leggendaria Factory, iniziando a ritrarre star internazionali.
Contemporaneamente Toscani si afferma in Europa come fotografo pubblicitario e di moda, facendo della provocazione attraverso le immagini il suo marchio di fabbrica. Divide con temi che suscitano scalpore come la morte o l’amore libero e la sessualità apertamente celebrata. A partire dal 1981, realizza per la casa di moda italiana Benetton campagne pubblicitarie tanto controverse quanto iconiche. Toscani radicalizza sensibilmente la comunicazione della casa di moda e, a partire dal 1992, utilizza per il marchio unicamente immagini relative a temi socialmente e politicamente scottanti come l’Aids, la distruzione dell’ambiente o l’immigrazione.
La varietà delle persone contraddistingue il suo lavoro: sia nelle immagini in studio, sobrie, «oggettive» di un modello su sfondo bianco, sia negli innumerevoli ritratti realizzati nel corso dei decenni.
La retrospettiva del Museum für Gestaltung Zürich espone per la prima volta l’intera opera di Toscani e offre l’occasione di discutere nuovamente temi come il genere, il razzismo, l’etica e l’estetica nel loro contesto storico e sociale.